LETTERA APERTA
alla Sig.ra
Federica Mogherini,
Alto
rappresentante dell’Unione Europea, [English Version]
[Version Française ]
Lettera di protesta alla sua sottomissione al velo
islamico imposto in Iran,
in quanto donna libera, in quanto rappresentante démocratico e in quanto
Alto Rappresentante dell’Unione Europea e dei principi di uguaglianza che
questa Unione dovrebbe incarnare, rappresentare e proteggere all’Estero e nelle
relazioni mondiali della Comunità europea.
Eccellenza,
come tanti, ma con il ritardo dovuto alle distrazioni estive, ho avuto la spiacevole
sopresa di vederla ritratta nelle immagini diffuse da differenti media
internazionali, durante i Suoi incontri protocollari a Teheran con i
rappresentati della Repubblica Islamica d’Iran, con un velo che dolorosamente
fa eco allo strazio di milioni di donne iraniane a cui è stato imposto lo tchadôr
dopo l’inganno di una rivoluzione che evidentemente -e come Lei ben sa- era anche un
complotto internazionale nel 1979 per rovesciare un monarca, un glorioso Shah [1],
che ha voluto portare il suo paese a livelli di progresso economico e di
libertà nei diritti di coscienza praticamante sconosciuti nel mondo musulmano e
che non potevano non destare invidie e sabotaggi di tipo economico e appunto di
sovranità anche da “alleati” occidentali già in agguato. La storia va avanti e Lei anche la copre di un velo da qualche anno (ma forse non così plateale prima d'oggi); quest'ultima occasione conferma dunque una nuova consuetudine per quello che secondo Lei dovrebbe ormai diventare necessario anche all'Europa: SOTTOMETTERSI all'islamismo?
Non Le scrivo questo solo in quanto attivista volontario e free-lance per i
Diritti Umani in una Tunisia sempre più lacera interiormente, povera e insicura
quanto al suo avvenire e quanto alle sue stesse frontiere minacciate dal
terrorismo di quei jihadisti partiti dal suo stesso entroterra per aggredire
altri paesi arabi, nazioni come la Libia, l’Egitto e la Siria che hanno tanto
sofferto in termini umani, economici e di civiltà, dietro chimere “rivoluzionarie”
che hanno proprio a che fare con l’Iran khomeinista ;
Le scrivo per dirLe personalmente, dopo diverse corrispondenze-mail inviateLe
presso la sede del Servizio di Azione Estera dell’Unione, che comunque non
hanno mai avuto risposta, ma anche e sopratutto una precedente lettera aperta pubblicata su questo blog, che ha avuto un certo successo di
lettura, che sono letteralmente scioccato da questo Suo ripetuto gesto politico a Teheran.
E inoltre assolutamente convinto che le spiegazioni “ufficiali” date dal Servizio Estero dell’UE non sono soddisfacenti, perché ai capricci protocollari
di un regime dispotico si può sempre rispondere con il rifiuto, o con la delega
a persona subalterna in funzione diplomatica, per ricollocare certi altezzosi
personaggi teocratici alla loro umana dimensione di arroganza. Ed è solo cosi
che si possono piegare certi regimi per fare trionfare il principio di
uguaglianza umana fra i popoli. E’ questa una riflessione che non mancherò di
proporre ad una personalità che ammiro profondamente per il suo impegno umano e
le sue capacità filosofiche, e parlo di una persona di grande responsabilità
mondiale, viste le vicinanze e viste le strategie, il Sig. Vladimir Putin,
Presidente della Federazione Russa.
Perché penso appunto che non sia stata una Sua scelta personale, non un
gesto di rispetto religioso come quando personalmente Lei visiti una sinagoga,
ad esempio, ma come un segnale molto simbolico, un’obbedienza a “norme
protocollari” che offendono la pratica diplomatica stessa, in quanto
capricciosamente e singolarmente richieste solo dall’Iran khomeinista, e in
quanto –mi permetta di essere schietto– questo Suo gesto costituisce un
inchinarsi a norme autocratiche, xenofobe e antifemministe che sono proprio il
marchio di questo regime, norme diametralmente opposte ai nostri valori di civiltà,
di uguaglianza e dignità nelle relazioni fra l’uomo e la donna, come da lunga e
indiscussa tradizione europea.
Questo “inchino” a una teocrazia tenebrosa e incapace di riformarsi, a un
regime che si è contraddistinto per la sua crudeltà e violenza verso ogni forma
di contestazione, soprattutto giovanile e universitaria, e che è al centro di
una vastissima letteratura d’opposizione, particolarmente di quelle donne
iraniane che sono state le prime vittime di queste forme di oppressione, di
discriminazione e di persecuzione, fino alla prigione e fino all’esilio, tutto
ciò, Le dico, mi offende profondamente, non solo come attivista per i Diritti
Umani, ma anche in quanto Italiano, Suo connazionale quindi, e in quanto
Europeo.
Queste immagini di uno tchador imposto senza alcuna estetica sul Suo
capo di Alto Rappresentante della diplomazia europea, mi umiliano in quanto
Italiano, proprio perché così fiero della giustezza delle denunce della
bravissima e onesta giornalista e scrittice che Oriana Fallaci fu ed è
presentemente nella memoria di milioni di Italiani e cittadini liberi del mondo
–confortati nella nostra Dichiarazione Universale dei Diritti Umani che l’Iran ancor’oggi
disprezza– perché gli scritti di Oriana Fallaci in particolare ci avevano
annunciato quasi profeticamente questa realtà odierna di sottomissione morale
dell’Europa al DIKTAT di una Eurabia, la “dhimmitudine” – e credo che il
termine non le sia ignoto- a cui ci spinge proprio questo Iran affarista senza
scrupoli, compagno di strada di un Qatar che è al vertice del finanziamento
terrorista di uno Stato, forse fittizio visto il protezionismo USA, che non ne
ha nemmeno vergogna. Mi fermo qui, perché penso che ci siamo capiti e molti
altri ancora capiranno ciò di cui parlo.
Ma, dicevo, ricordando l’esempio e il coraggio della “nostra” Oriana, ero ancor
più fiero di sentirmi partecipe, di identificarmi persino moralmente, al
celebre gesto di sfida che l’allora giovane giornalista portò in faccia
all’alterigia di un Khomeiny in persona: quello di togliersi quell’ingombrante tchadôr,
che le era stato appunto richiesto, alla fine della sua celebre invervista!
Ma Lei forse questo l’ha dimenticato:
e eppure penso che un tempo era iscritta al movimento giovanile del
partito comunista italiano! Come non
ricordarsi allora di questo grande esempio di liberazione umana da "uno stupido cencio da medioevo"? Lei, come tanti europei informati e avidi di
testimonianze umane commoventi, non si commuove più del libro “Prigioniera di Teheran” di Marina Nemat –di cui una recentissima versione cinematografica? Della giovane donna cristiana che per aver
rifiutato di seguire le lezioni di formazione islamica è stata imprigionata e
torturata nell’infame prigione di Evin?
Dove è stata violentata –come tantissime donne la cui memoria rimane
opaca perché oscurata per sempre - e poi in un ricatto perverso costretta a
sposare il suo carceriere per salvare la sua famiglia, forzata a abiurare la
sua fede, a cui poi ritornerà una volta libera da questo inferno di regime a
cui Lei offre oggi il Suo appoggio a nome dell’Unione Europea? Lo schiaffo d’umiliazione che noi ne
riceviamo, noi Italiani, noi Europei, noi Occidentali, noi Libertari e non
islamisti libertini, è INSOPPORTABILE!
Ma Lei forse non ha nemmeno letto e accarezzato moralemente la carica di
empatia umana del celebre “Leggere Lolita a Teheran” di Azar Nefisi, la
singolare scrittice iraniana che tante volte è venuta in Italia per presentate
la sua opera e la sua testimonianza e che ci ha descritto così bene e
persuasivamente della bestialità e dell’ipocrisia teocratica di un ayatollah
ignorante comme Khomeiny. Molti religiosi sciiti hanno avuto il coraggio, certo
parlando al resto del mondo comunque più libero dell’Iran, di denunciarlo. Se però Lei non ha letto nessuno di questi
libri, di queste terstimonianze che sono altrettanti Calvarî della tribolazione
umana e soprattutto femminile, allora potrò scusarLa moralmente di una pertanto
imperdonabile dimenticanza durante il suo ultimo viaggio a Teheran.
Non posso, anzi non possiamo -in quanto certo non sono il solo e l’unico a
percepire questa amara sfiducia e dolore umano- meravigliarci che
l’”euroscetticismo” si diffonda oggi a macchia d’olio, che porti così grave
danno all’immagine e all’integralità stessa dell’Unione Europea, che dovrebbe
essere soprattutto un’unione di ideali umanistici e universali, non una pura
alleanza di interessi finanziari e di appetiti espansionistici della Nato, ma
il riflesso della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, primo grande
capitolo dopo il sanguinoso ultimo conflitto mondiale di una rinascita
simboleggiata nelle sua alta espressione a Ginevra, nel 1948. Espressione rifiutata appunto dal regime
teocratico e oppressivo dell’Iran khomeinista,
e perciò una vera dittatura che deve essere chiamata col suo vero
nome, proprio partendo da questo rifiuto di universalità umana dei diritti
civili. E finendo inevitabilmente nella constatazione del numero elevatissimo
di sentenze di morte, particolarmente ingiuste perché colpiscono persone
fragili, senza adeguata assistenza giuridica, perché sono spesso inflitte
pubblicamente con impiccaggioni che mostrano l’orrido di una teocrazia malsana
e psicologicamente abietta, e perché nelle prigioni molti, un numero certo non
facilmente recensibile, proprio dopo le promesse-menzogne dell’ayatollah
Khomeiny di abolirne l’uso, subiscono ancor’oggi orribili e indicibili torture.
Non possiamo certo fingere di credere alla demagogia propagandata da questo
regime, che ha dell’odioso, dell’ipocrita e del menzognero. Odioso – e insisto nell’uso dell’aggettivo –
perché come Lei non può certo ignorare- l’Iran nega, con una negazione che è di
Stato, una delle più grandi tragedie della storia moderna, la Shoah, così come nega
con una carica di disprezzo umano che diviene la caratteristica antisemita di
questo regime, l’esistenza e il diritto alla perennità dello Stato ebraico, di
questo Israele consacrato dalla Storia, che non vuole riconoscere.
Quanti assassinî, atroci e rivoltanti, e quanti attentati terroristici sono
stati compiuti dal regime teocratico e oppressivo dell’Iran, senza che se ne
ricordi la vastità, la gravità e le conseguenze internazionali, mentre questo
stesso regime si è illustrato negli attacchi e la diffamazione di altri stati
del mondo, dell’Occidente, di Israele, della stessa Europa che oggi Lei rappresenta? Attacchi
che oggi Lei stranamente dimentica e da cui non pretende nessuna scusa, nessun
pegno morale di futura buona condotta, e qui vorrei ricordare particolarmente
l’assassinio macabro e a sfondo terrorista dell’oppositore iraniano Chapour Bakhtiar
a Parigi, dove era rifugiato politico e dove fu tradito malgrado la protezione
ravvicinata di cui la Francia si faceva garante e che avvenne in circostanze poliziesche molto imbarazzanti. Ho
sinceramente una buona formazione sulle ramificazioni complottiste e sugli
assassini “silenziosi” operati in un segreto quasi perfetto dalla Repubblica
Islamica d’Iran, di cui gli oppositori rifugiati all’estero temono quanto mai i
lunghissimi tentacoli operativi a livello mondiale, Stati Uniti e Europa inclusi.
Ma non scriverò nulla di questo soggetto spinoso, poiché non dello spazio di
una lettera più s’agirebbe, ma dei tomi di un’intera enciclopedia specializzata
sul tema.
Oggi questa terribile minaccia sull’Occidente, nascosta dai furbeschi
sorrisi di Rohani, questa ragnatela ideologico-teocratica assolutista che è
tangibile malgrado la sua elasticità, proprio sullo sfondo delle false primavere arabe, si estende sull’Europa con l’amplore del Suo inchinarsi molto
simbolico all’asservimento che lo tchadôr sottointende, come Oriana
Fallaci aveva ben capito, e il cui impiego cerimoniale nella cornice
diplomatica che Lei ha adottato non
poteva fare migliore pubblicità a un regime tanto giustamente odiato da chi
difende i diritti umani, proprio per la sua odiosità antifemminista e
discriminatoria.
Aspetteremo le promesse di riforme, che credo comunque menzognere comme gli
schemi della dissimulazione di cui Khomeiny fu maestro assoluto, ma nel
frattempo mi auguro che molte donne iraniane, non certo seguendo il Suo
esempio, si liberino in aperta ribellione al regime di Tehéran dell’oscuro chador che le soffoca e che ci nasconde la loro particolare bellezza
orientale, che raggiava ai tempi dello Scià Mohamed Reza Pahlavi, pace alla sua
anima.
Con questo, Le esprimo finalmente il mio augurîo
personale di un conseguente pronto ravvedimento diplomatico nell’inquietante
intreccio Medio-Orientale.
Distinti saluti,
Nino Gaetano MucciDistinti saluti,
Note:
[1] Interessante in questo senso l'intervista (video) allo Scià di Alberto Moravia, a metà degli anni '70, quando nessuno mai avrebbe immaginato la destabilizzazione condotta in seguito dalla CIA verso una "rivoluzione islamica", con fondi segreti trasferiti a Khomeiny che nel frattempo si traferiva da rifugiato polico in Francia, da dove sarebbe letteralmente "decollato" ideologicamente verso una subdola e sanguinosa presa di potere.
Indossando il velo islamico la High Representative dell'Unione Europea Federica Mogherini non tiene più conto della tragedia dei diritti delle donne in Iran, che sono discriminate e imprigionate per motivi ideologici, quando non sono condannate a morte con impiccaggione pubblica; in tal senso la High Representive di fronte alla prepotenza islamista di questo regime subdolo e sottomesso alla predicazione odiosa di Khomeiny, abdica al suo dovere di sostenere i diritti inalienabili delle donne, dell'uguaglianza fra i sessi, della libertà di fede, di coscienza e d'opinione che sono il coronamento della nostra Dichiarazione Universale al termine dell'ultimo conflitto mondiale (1948), Dichiarazione e diritti universali che non sono riconosciuti dalla Repubblica Islamica di Iran, responsabile di crimini contro l'umanità, di applicare la Sharia, permettendo ad esempio il matrimonio con bambine alla solo étà di 9 anni, di praticare punizioni ignobili e disumane, per giunta con l'arroganza di spacciarsi demagogicamente per un "regime democratico", immagine demagogica che la Mogherini corrobora agendo spregiudicatamente contro il prestigio dell'Unione Europea e recando danno all'immagine democratica e libertaria della stessa Unione.
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